Sono una lettrice media, come tanti e tante altre, e le mie recensioni non vogliono insegnare niente a nessuno ma semplicemente far trasparire un mio gusto personale e, se possibile, invitare talvolta altri lettori alla riflessione. Perché un libro può piacere o meno, dipende dal gusto personale, ma esistono anche opere oggettivamente scritte bene e opere oggettivamente utili per una nostra crescita personale.
Quindi comprate Chiuso per Kindle, di Massimiliano Timpano e Pier Francesco Leoffredi,
immagine dal web
perché è un libro bello, scorrevole, piacevole e bla bla bla…CAZZATE. Se siete dei veri cultori dell’oggetto libro, se sapete ancora sognare entrando in una libreria e se, per vari motivi, avete almeno una minima conoscenza dell’editoria storica e moderna, acquistate questo volume perché dice tutto ciò che avreste voluto che qualcuno finalmente scrivesse a chiare lettere. Perché Chiuso per Kindle fa sorridere, ridere ma specialmente svela al lettore il reale mondo in cui vive un libraio – di quelli veri, personaggi mitologici ormai in estinzione – offrendo molti spunti di riflessione (e a voi toccherà leggere i miei).
Partiamo dal principio: ci sono quei due tizi, due librai, che ogni giorno hanno a che fare non solo con i nostri, tanto amati, libri bensì con quegli esseri che a volte li comprano, ovvero i clienti. E ce ne sono per tutti i gusti. Così scoprirete che per qualcuno esiste ‘Harry Potter e la Croce di Gerusalemme’ – e non ci sarei arrivata neanche io ad un’invenzione del genere, partendo dal presupposto che ho smesso di leggere la saga quando ho scoperto che il quidditch è un gioco che si pratica sulle scope della Befana – e scoprirete che altri hanno manie davvero impensabili, come quella di controllare le virgole all’interno delle traduzioni.
E fin qui tutto potrebbe anche essere digerito facilmente, perché in fondo qualche strana abitudine l’abbiamo tutti e qualche titolo l’abbiamo inventato anche noi.
Però, e comprendo bene il punto di vista dei librai, non è possibile far finta di nulla davanti al cliente che chiede continuamente uno sconto e all’aspirante scrittore incredulo del fatto che il suo libro – opera massima del nulla cosmico – non sia esposto in vetrina. Qui entra in gioco la conoscenza dell’editoria e del mercato editoriale ed è vero, diciamolo, che nessuno, in questo campo, ne sa più del libraio. Perché il libraio ha contatti con gli uffici stampa, con le case editrici, con i rappresentati; perché il libraio sa molto prima di te cosa uscirà sul mercato fra tre mesi e su quali opere una determinata casa editrice punterà di più; perché il librario, purtroppo, sa anche che a causa di quello che viene definito il Mostro letterario, verranno prodotti tanti altri Mostri. E tu, che magari hai scritto un romanzetto, anche un po’ sgrammaticato, che narra la stessa storia che altri cento hanno scritto prima di te, perché dovresti essere in libreria? Magari quel libro l’hai anche pubblicato pagando centinaia di euro. Informati riguardo alla distribuzione del tuo editore/tipografo, che sicuramente, ricevuti i tuoi soldi, ti avrà fatto credere che la tua opera sarebbe stata reperibile OVUNQUE. Bugia.
Questo punto mi tocca profondamente, perché – e chi ha lavorato in piccole o medie case editrici lo sa – quotidianamente le mail per la ricezione di manoscritti sono prese d’assalto dalle opere più improbabili, in cui anche la base minima di conoscenza dell’italiano diventa un’optional.
Chiuso per Kindle mi ha ridato anche speranza: i classici si vendono ancora e così anche la poesia – quella vera, non quella che molti pensano di scrivere andando a capo ogni tre parole.
Chiuso per Kindle mi ha ricordato un caro amico libraio, uno di quelli veri, come Massimiliano e Pier Francesco, che mi ha sempre affascinato grazie alla sua profonda conoscenza del mondo del libro. Un giorno, se sarete fortunati, avrete un amico libraio – no, non un commesso di un grande megastore – e potrete andare con lui in giro per le fiere del libro di tutta Italia: ecco, prendetelo per mano e lasciate che vi racconti un po’ delle sue storie.
Voi due, voi due librai, che avete scritto questo libro, mi avete ricordato i sogni, quelli che cercavo da bambina tra le pagine di carta, perché un libraio, se lo ascolti, ti regala viaggi, esperienze ed emozioni. E se devo pagarlo questo viaggio, ve lo pago volentieri, senza sconti.
La tesi supportata in questo volume è ciò che mi ha colpito maggiormente, perché è una tesi valorizzata dai più ma forse mai snocciolata al pubblico così bene: nonostante il digitale il libro sopravviverà. E ci credo fortemente anche io.
Ho un Kindle, lo ammetto. Leggo molti libri in versione digitale, per motivi banali quali risparmio di spazio e denaro. Però mi purifico dai peccati frequentando assiduamente la biblioteca del mio piccolo paesello, costituita da volontari ormai abituati al mio continuo smarrimento della tessera. Non leggo le recensioni sul web, non compro eBook in base agli algoritmi insensati dei siti di vendita, non compro neanche gli inserti settimanali dei maggiori quotidiani; sapete come scelgo i libri da acquistare? ANDANDO IN LIBRERIA.
Andate in libreria, sfogliate il volume, annusatelo – sì, annuso i libri e l’odore della carta non è paragonabile a nulla – e fatevi catturare da un titolo, una copertina o una storia. Osservate e scegliete, ascoltate i librai, parlate con loro e fatevi trasportare nel loro mondo.
Il libro non svanirà mai, perché non è solo un oggetto e non è solo un supporto ma è un mondo. E allora, per risparmiare, o almeno così faccio io, alcuni volumi li acquisto nel loro bellissimo formato di carta, altri nel loro comodo formato digitale.
Il libro non svanirà mai. Non lo dicono solo i librai – indipendenti, che ogni giorno sudano il loro pane tra le novità, i classici e i clienti – ma lo dicono i fatti che, forse, non sono sotto gli occhi di tutti.
Lo dico anche io. Sono figlia di una rilegatrice – non sapete cosa sia? – che ancora cuce libri a mano, con ago e filo, e crea copertine e dorsi stampando con i caratteri mobili – sì, gli stessi del famoso Gutenberg – e sono cresciuta giocando tra le A maiuscole e le E accentate. Insomma, il libro è magia, dalla prima volta in cui ne venne stampato uno nella storia.
Comprate Chiuso per Kindle perché sognerete navigando nella realtà.
(Ehi, esiste anche in versione digitale!)